COMUNICATO STAMPA

Napoli 21 novembre 2019

COMUNICATO STAMPA

Raddoppiato il numero di interventi di chirurgia protesica:
a Napoli esperti italiani e spagnoli a confronto
Focus su mini-invasività ed infezioni post operatorie
Premio scientifico "Luca Di Donato" per gli under 35

Allungamento dell'età media, miglior qualità della vita e perfezionamento delle tecniche di intervento chirurgico sono i principali motivi per cui, dal 2001 ad oggi, in Italia sono praticamente raddoppiati gli interventi di artoprotesi. "Se qualche anno fa un intervento di protesi all'anca, al ginocchio o alla spalla - spiega il Prof. Massimo Mariconda, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università Federico II di Napoli - veniva effettuato prevalentemente in pazienti con lunga aspettativa di vita, oggi è considerevolmente aumentato il numero degli impianti protesici effettuati, soprattutto all'anca negli anziani, grazie alla maggior efficacia e sicurezza degli interventi chirurgici".

Partendo da questi dati venerdì 22 e sabato 23 novembre presso il Centro Congressi di via Partenope si svolgerà il congresso internazionale SOTIMI, la Società di Ortopedia e Traumatologia dell'Italia Meridionale ed Insulare. Ai medici SOTIMI si affiancheranno i "cugini" spagnoli della SATO e SOCUMOT, due società spagnole di ortopedia e traumatologia, per una due giorni di confronti su tecniche e prassi cliniche pre e post operatorie. Il congresso, organizzato dallo stesso Professor Massimo Mariconda e dal Professore Mario Misasi, Direttore della I Divisione di Ortopedia dell'Ospedale Cardarelli, avrà due focus: nella prima giornata, si affronterà il tema della mini-invasività, mentre al sabato l'attenzione sarà sulle infezioni in ortopedia e traumatologia.

"Grazie al perfezionamento delle tecniche d'intervento, sempre meno invasive - commenta il Prof. Mariconda - abbiamo due vantaggi importantissimi: innanzitutto siamo orami in grado di assicurare un recupero pressoché totale della funzionalità degli arti, poi riusciamo a ridurre al minimo i tempi di ospedalizzazione. Due fattori che incidono enormemente sul benessere del paziente, realizzando contestualmente un considerevole risparmio economico diretto, perché si riducono i costi di ospedalizzazione, ed indiretto perché un paziente che recupera quasi al 100% il proprio stato di salute, torna ad essere un cittadino "attivo", perfettamente inserito nel tessuto sociale e lavorativo".

Il dato positivo dell'aumento di pazienti "guaribili" con intervento protesico ha, però, il suo rovescio della medaglia nel fisiologico problema delle infezioni post-operatorie, tema su cui si concentreranno gli interventi della seconda giornata di lavori. Secondo il RIAP, il Registro Italiano ArtoProtesi, è, infatti, l'infezione uno dei motivi principali di fallimento di un impianto protesico.

"Ogni infezione - spiega la Dott.ssa Tiziana Ascione, Infettivologa dell'Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli -ha un costo sanitario tra i 50 e gli 80 mila euro poiché una protesi infetta richiede un complesso trattamento chirurgico che prevede un primo intervento con la rimozione dell'impianto infetto e posizionamento di un presidio temporaneo in cemento (spacer). Successivamente, il paziente deve essere sottoposto ad un lungo trattamento antibiotico prima di affrontare un secondo intervento per riposizionare la protesi definitiva. Il tutto complicato dalla possibilità di recidiva di infezione e dall'antibiotico-resistenza".

"Per questo - prosegue la Dott.ssa Ascione - è importante avere un approccio multidisciplinare alle infezioni protesiche in modo che si possano individuare immediatamente i sintomi di un'infezione, intervenendo a tempo debito e con la massima efficacia, per evitare il fallimento dell'impianto. L'ideale sarebbe farlo in centri specializzati che eviterebbero al paziente anche un "pellegrinaggio" tra diverse strutture.

Temi di grande impatto sociali, dunque, sui quali contribuiranno fattivamente anche i giovani. Agli specializzandi, infatti, sarà affidato uno spazio completamente autogestito. "Su questo punto - conclude il Prof. Mariconda - abbiamo voluto essere concreti; troppo spesso si parla di giovani, ma in pratica si fa poco. Noi abbiamo affidato loro ampio spazio ed abbiamo deciso di premiare anche con un contributo economico la relazione più meritevole di un under 35, assegnando il premio scientifico Luca Sigismondo Di Donato, in memoria di un giovane collega scomparso recentemente in tragiche circostanze".

Ufficio Stampa - Prima Pagina Agenzia Giornalistica Multimediale
Rif. Marco Nicois 335415535 - primapagina.na@gmal.com 


Sanità: raddoppiato numero interventi chirurgia protesica

A Napoli premio ed esperti italiani e spagnoli a confronto

21 Novembre , 09:53

(ANSA) - NAPOLI, 21 NOV - Allungamento dell'età media, miglior qualità della vita e perfezionamento delle tecniche di intervento chirurgico sono i principali motivi per cui, dal 2001 ad oggi, in Italia sono praticamente raddoppiati gli interventi di artoprotesi. Se ne parlerà domani e dopodomani (22 e 23 novembre), nel Centro Congressi di via Partenope, a Napoli, durante il congresso internazionale SOTIMI, la Società di Ortopedia e Traumatologia dell'Italia Meridionale ed Insulare. Ai medici SOTIMI si affiancheranno i "cugini" spagnoli della SATO e SOCUMOT, due società spagnole di ortopedia e traumatologia, per una due giorni di confronti su tecniche e prassi cliniche pre e post operatorie. Il congresso, organizzato dallo stesso Professor Massimo Mariconda e dal Professore Mario Misasi, Direttore della I Divisione di Ortopedia dell'Ospedale Cardarelli, avrà due focus: nella prima giornata, si affronterà il tema della mini-invasività, mentre al sabato l'attenzione sarà sulle infezioni in ortopedia e traumatologia. "Se qualche anno fa un intervento di protesi all'anca, al ginocchio o alla spalla - spiega Massimo Mariconda, direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università Federico II di Napoli - veniva effettuato prevalentemente in pazienti con lunga aspettativa di vita, oggi è considerevolmente aumentato il numero degli impianti protesici effettuati, soprattutto all'anca negli anziani, grazie alla maggior efficacia e sicurezza degli interventi chirurgici". "Grazie al perfezionamento delle tecniche d'intervento, sempre meno invasive - commenta Mariconda - abbiamo due vantaggi importantissimi: innanzitutto siamo orami in grado di assicurare un recupero pressoché totale della funzionalità degli arti, poi riusciamo a ridurre al minimo i tempi di ospedalizzazione". Il dato positivo dell'aumento di pazienti "guaribili" con intervento protesico ha, però, il suo rovescio della medaglia nel fisiologico problema delle infezioni post-operatorie, tema su cui si concentreranno gli interventi della seconda giornata di lavori. Secondo il RIAP, il Registro Italiano ArtoProtesi, è, infatti, l'infezione uno dei motivi principali di fallimento di un impianto protesico. "Ogni infezione - spiega Tiziana Ascione, Infettivologa dell'Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli - ha un costo sanitario tra i 50 e gli 80 mila euro poiché una protesi infetta richiede un complesso trattamento chirurgico che prevede un primo intervento con la rimozione dell'impianto infetto e posizionamento di un presidio temporaneo in cemento (spacer). Successivamente, il paziente deve essere sottoposto ad un lungo trattamento antibiotico prima di affrontare un secondo intervento per riposizionare la protesi definitiva. Il tutto complicato dalla possibilità di recidiva di infezione e dall'antibiotico-resistenza". "Per questo - prosegue Ascione - è importante avere un approccio multidisciplinare alle infezioni protesiche in modo che si possano individuare immediatamente i sintomi di un'infezione, intervenendo a tempo debito e con la massima efficacia, per evitare il fallimento dell'impianto".

PIO-COM

SANITA'

Protesi agli arti e infezioni, a Napoli
confronto tra studiosi europei

La due giorni internazionale si svolge venerdì 22 e sabato 23 in via Partenope

di Ro. Ru.

Allungamento dell'età media, miglior qualità della vita e perfezionamento delle tecniche di intervento chirurgico sono i principali motivi per cui, dal 2001 ad oggi, in Italia sono praticamente raddoppiati gli interventi di artoprotesi. «Se qualche anno fa un intervento di protesi all'anca, al ginocchio o alla spalla - spiega il prof. Massimo Mariconda, direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università Federico II di Napoli - veniva effettuato prevalentemente in pazienti con lunga aspettativa di vita, oggi è considerevolmente aumentato il numero degli impianti protesici effettuati, soprattutto all'anca negli anziani, grazie alla maggior efficacia e sicurezza degli interventi chirurgici». Partendo da questi dati venerdì 22 e sabato 23 novembre a Napoli presso il Centro Congressi di via Partenope si svolgerà il congresso internazionale Sotimi, la Società di Ortopedia e Traumatologia dell'Italia Meridionale ed Insulare. Ai medici Sotimi si affiancheranno i "cugini" spagnoli per una due giorni di confronti su tecniche e prassi cliniche pre e post operatorie. Il congresso è organizzato dallo stesso professor Massimo Mariconda e dal professore Mario Misasi, direttore della I divisione di Ortopedia dell'Ospedale Cardarelli. Il dato positivo dell'aumento di pazienti "guaribili" con intervento protesico ha, però, il suo rovescio della medaglia nel fisiologico problema delle infezioni post-operatorie, è infatti l'infezione uno dei motivi principali di fallimento di un impianto protesico. «Ogni infezione - spiega la Tiziana Ascione, Infettivologa dell'Ospedale Cotugno - ha un costo sanitario tra i 50 e gli 80 mila euro poiché una protesi infetta richiede un complesso trattamento chirurgico che prevede un primo intervento con la rimozione dell'impianto infetto e posizionamento di un presidio temporaneo in cemento (spacer). Successivamente, il paziente deve essere sottoposto ad un lungo trattamento antibiotico prima di affrontare un secondo intervento per riposizionare la protesi definitiva. Il tutto complicato dalla possibilità di recidiva di infezione e dall'antibiotico-resistenza. Per questo - prosegue Ascione - è importante avere un approccio multidisciplinare alle infezioni protesiche in modo che si possano individuare immediatamente i sintomi di un'infezione, intervenendo a tempo debito e con la massima efficacia, per evitare il fallimento dell'impianto. L'ideale sarebbe farlo in centri specializzati che eviterebbero al paziente anche un "pellegrinaggio" tra diverse strutture».

21 novembre 2019 | 12:51© RIPRODUZIONE RISERVATA

Protesi, dal 2001 raddoppiati gli interventi agli arti.

Di Redazione Gazzetta di Napoli -Novembre 21, 20190332

Allungamento dell'età media, miglior qualità della vita e perfezionamento delle tecniche di intervento chirurgico sono i principali motivi per cui, dal 2001 ad oggi, in Italia sono praticamente raddoppiati gli interventi di artoprotesi. "Se qualche anno fa un intervento di protesi all'anca, al ginocchio o alla spalla - spiega il Prof. Massimo Mariconda, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia dell'Università Federico II di Napoli - veniva effettuato prevalentemente in pazienti con lunga aspettativa di vita, oggi è considerevolmente aumentato il numero degli impianti protesici effettuati, soprattutto all'anca negli anziani, grazie alla maggior efficacia e sicurezza degli interventi chirurgici".

Partendo da questi dati venerdì 22 e sabato 23 novembre presso il Centro Congressi di via Partenope si svolgerà il congresso internazionale SOTIMI, la Società di Ortopedia e Traumatologia dell'Italia Meridionale ed Insulare. Ai medici SOTIMI si affiancheranno i "cugini" spagnoli della SATO e SOCUMOT, due società spagnole di ortopedia e traumatologia, per una due giorni di confronti su tecniche e prassi cliniche pre e post operatorie. Il congresso, organizzato dallo stesso Professor Massimo Mariconda e dal Professore Mario Misasi, Direttore della I Divisione di Ortopedia dell'Ospedale Cardarelli, avrà due focus: nella prima giornata, si affronterà il tema della mini-invasività, mentre al sabato l'attenzione sarà sulle infezioni in ortopedia e traumatologia.

"Grazie al perfezionamento delle tecniche d'intervento, sempre meno invasive - commenta il Prof. Mariconda - abbiamo due vantaggi importantissimi: innanzitutto siamo orami in grado di assicurare un recupero pressoché totale della funzionalità degli arti, poi riusciamo a ridurre al minimo i tempi di ospedalizzazione. Due fattori che incidono enormemente sul benessere del paziente, realizzando contestualmente un considerevole risparmio economico diretto, perché si riducono i costi di ospedalizzazione, ed indiretto perché un paziente che recupera quasi al 100% il proprio stato di salute, torna ad essere un cittadino "attivo", perfettamente inserito nel tessuto sociale e lavorativo".

Il dato positivo dell'aumento di pazienti "guaribili" con intervento protesico ha, però, il suo rovescio della medaglia nel fisiologico problema delle infezioni post-operatorie, tema su cui si concentreranno gli interventi della seconda giornata di lavori. Secondo il RIAP, il Registro Italiano ArtoProtesi, è, infatti, l'infezione uno dei motivi principali di fallimento di un impianto protesico.

"Ogni infezione - spiega la Dott.ssa Tiziana Ascione, Infettivologa dell'Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli - ha un costo sanitario tra i 50 e gli 80 mila euro poiché una protesi infetta richiede un complesso trattamento chirurgico che prevede un primo intervento con la rimozione dell'impianto infetto e posizionamento di un presidio temporaneo in cemento (spacer). Successivamente, il paziente deve essere sottoposto ad un lungo trattamento antibiotico prima di affrontare un secondo intervento per riposizionare la protesi definitiva. Il tutto complicato dalla possibilità di recidiva di infezione e dall'antibiotico-resistenza".

"Per questo - prosegue la Dott.ssa Ascione - è importante avere un approccio multidisciplinare alle infezioni protesiche in modo che si possano individuare immediatamente i sintomi di un'infezione, intervenendo a tempo debito e con la massima efficacia, per evitare il fallimento dell'impianto. L'ideale sarebbe farlo in centri specializzati che eviterebbero al paziente anche un "pellegrinaggio" tra diverse strutture.

Temi di grande impatto sociali, dunque, sui quali contribuiranno fattivamente anche i giovani. Agli specializzandi, infatti, sarà affidato uno spazio completamente autogestito. "Su questo punto - conclude il Prof. Mariconda - abbiamo voluto essere concreti; troppo spesso si parla di giovani, ma in pratica si fa poco. Noi abbiamo affidato loro ampio spazio ed abbiamo deciso di premiare anche con un contributo economico la relazione più meritevole di un under 35, assegnando il premio scientifico Luca Sigismondo Di Donato, in memoria di un giovane collega scomparso recentemente in tragiche circostanze".

21 novembre 2019 | 12:51© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chirurgia protesica, a Napoli esperti italiani e spagnoli a confronto

NAPOLI. Al Centro Congressi di via Partenope, a Napoli, venerdì e sabato il congresso internazionale SOTIMI, la Società di Ortopedia e Traumatologia dell'Italia Meridionale ed Insulare. Ai medici SOTIMI si sono affiancati i "cugini" spagnoli della SATO e SOCUMOT, due società spagnole di ortopedia e traumatologia, per una due giorni di confronti su tecniche e prassi cliniche pre e post operatorie. Il congresso, organizzato dal professor Massimo Mariconda e dal professore Mario Misasi, direttore della I Divisione di Ortopedia dell'Ospedale Cardarelli, ha avuto due focus: nella prima giornata, il tema della mini-invasività, mentre al sabato l'attenzione è sulle infezioni in ortopedia e traumatologia. 


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